MARCO GABOSSI

Quando giocate con un cane, il vostro corpo è a sua disposizione

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Quando giocate con un cane, il vostro corpo è a sua disposizione.

Non è una questione atletica, è una questione di spazi e pressioni, è il modo in cui attraverso il corpo INVITIAMO il cane ad entrare in uno spazio personale, il nostro, per amalgamare i movimenti, per distendere le pressioni, per affinare il feeling.

Pretendiamo massima attenzione ed interesse, ma per lo più creiamo barriere e segnali di stop attraverso il nostro corpo.

La comunicazione non verbale gravita tra la sincerità di azioni spontanee, e l’attenzione alle reazioni create da queste azioni.

Pensate a voi come una ONDA, un’onda non è un elemento che si muove e si ferma in un istante, un’onda si carica di energia, graduale ed imperterrita, non la si ferma in un attimo, continua fino ad aver rilasciato tutta la sua energia, e le serve spazio per sfogarsi, per far si che questa energia sia positiva e non distruttiva; così voi, caricate un movimento che attrae il cane, e rilasciate energia nel giocarci, ma ricordate che l’azione non termina bruscamente, ma c’è tutta una fase di abbrivio dove il cane prende consapevolezza dell’accaduto e percepisce quali sono le vostre intenzioni successive.

Non create barriere o segnali di stop, salvo sia quello che volete, permettere alla vostra ONDA di rilasciare tutta la sua energia, dimostrate al vostro cane che in quel momento siete li per lui e con lui, e nulla conta di più.

Pretendete si, ma non permettetevi di farlo se non avete prima creato interesse e motivazione, risultereste noiosi e sleali.

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